Il primo Mastallone non si scorda mai.

Versione breve di come ho visto il Mastallone:
-Numero infinito di rapide, di cui le ultime con dei “buconda” da affrontare con grinta (fede concentrati e fa’ le cose giuste)
-Eskimo perfetto nel frullatore (prossima volta vorrei farlo a testa in su però)
-Stanchezza x il trasbordo prima delle gole (fatica boia)
-Ansia e soddisfazione da gola (anche se in un buconda non ho capito molto, ero intenta a pagaiare e stare su)
-Sticka##i x il passaggio delle seconde gole (sticka##i)
– soddisfazione per una discesa sotto controllo (oleoleoleee)

Versione lunga
Era da un paio di anni ormai che mi dicevano che il Mastallone era un bel fiume da fare, ma purtroppo non ci sono mai state le condizioni giuste fino a ieri 17 aprile.
Ci troviamo su alla partenza in una quarantina di canoisti come fosse un raduno.
Come per ogni mio primo fiume sono un po’ agitata ma ho anche la voglia di farlo.
La prima parte del fiume è tutto rapide sassose fortunatamente coperte sufficientemente di acqua, intervallate da laghetti o comunque acqua tesa verde.
In questa prima parte i miei muscoli rispondono bene alle mie sollecitazioni: riesco a mandare la canoa dove voglio seguendo Marcello, ma il mio cuore batte più veloce del normale. Uffa. Mi domando quando riuscirò ad affrontare una prima in canoa come una prima in snowboard cioè rilassata!
Ecco che si arriva al frullatore. Mi hanno raccontato di questo passaggio e guardo qualcun altro prima di avventurarmici. In testa ho tutto chiaro, poi parto e non faccio nulla di giusto, anzi al centro del passaggio mi ribalto. Tiro subito fuori un eskimo da manuale, ole’!
Sono la persona più contenta del mondo in questo momento. Son più contenta di essermi tirata fuori da lì con un eskimo che non ad avere fatto tutto il frullatore a testa in su! Oleoleole’!
Ecco ora sono molto più calma. Un po’ lo stesso effetto della prima caduta che fai sulla neve.
Si prosegue con una serie infinita di rapide laghetto fino al trasbordo prima delle gole. Sarà che il tratto era lungo, sarà che il trasbordo era pesante, ma l’idea di infilarmi dentro le gole mi fa seriamente pensare di finire la discesa lì. Poi però penso anche che sarebbe da stupidi non proseguire in una giornata con un livello perfetto che invece di creare buchi crea “buconde” (ho deciso di chiamarle così). Imbarco svizzero, puff, atterro in acqua e mi tranquillizzo, anche perché ormai c’è solo un’uscita possibile: la fine!… Guardando gli altri mi aveva intimorito la prima buconda che invece affronto tranquillamente e bene, poi ce n’è un’altra, anche quella non mi dà problemi poi seguono due buconde successive in curva…. non so come ma mi infilo in una micro morta tra le due poi Battista che era lì sulla roccia a fare non so che mi dà due indicazioni e affronto la buconda peggiore senza problemi. Sono contenta e devo dire provo anche un certo senso di sollievo anche perché forse pensavo che la discesa da lì a poco sarebbe finita, invece qui inizia il bello! Dopo alcune rapide come quelle affrontate fino a quel momento, ci sono state 4 rapide con delle buconde decisamente più grandi che però con concentrazione passo indenne. E infine le seconde gole. Porca la vacca! Bat che dà le indicazioni a Marcello e io che lo seguo “mi raccomando tenetevi sulla destra e prendete la morta” che tradotto in pratica voleva dire buffare su una specie di sasso affrontare un salto di circa un metro e mezzo e infilarsi in una morta grande come un fazzoletto quadrato!…lo faccio… Non ci credo! Sono meravigliata di me! Oleeee 😀
Dopo pochissimo si sbarca. Come ha scritto la Nico la settimana scorsa, sono in pace con me stessa, ho provato soddisfazione ad avere il controllo di questa discesa. 😀

Ringrazio il gruppo del Kayak Team Turbigo che mi regala queste discese in compagnia ed in particolar modo Marcello che mi ha guidato tutto il tempo (e mi ha aiutato nel trasbordo) e Andreino che mi è stato dietro tutto il tempo. 2 guide così sono fantastiche e complimenti a loro che sono stati gli unici due del KTT a effettuare in modo perfetto la S del tedesco, passaggio critico e cattivo.

foto by marcello

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1 commento

davide.serrati@gmail.com · 28 Aprile 2016 alle 23:22

Bella la versione lunga!! io neanche lo mai visto il Mastellone.. ma la tua foto con “occhi da tartaruga la compendo benissimo” Sei Brava e scrivi bene!

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