Ecco il report del mitico Edo sul corso appena concluso!
A fine pagina un po di foto e video.

Fabrizio e Edo

Ho appena compiuto dodici anni e i miei genitori mi hanno regalato questo corso di kayak presso il KTT (kayak team Turbigo), al quale avrebbe partecipato anche mio papà.

È stata proprio una bella esperienza quindi, adesso, ve la racconto. 

Il primo giorno ci siamo ritrovati in sede verso le due e abbiamo preparato l’attrezzatura, siamo andati alla centrale idro-elettrica; dopo la spiegazione degli istruttori sulla tecnica di pagaiata e sull’uscita dalla canoa in caso di ribaltamento, siamo entrati nel kayak (si stava veramente molto stretti!!!!) e… via in acqua. Uno alla volta ci siamo ribaltati con la supervisione di un istruttore, abbiamo portato fuori la canoa piena d’acqua e l’abbiamo svuotata, sempre aiutati da un istruttore. 

Dopo esserci reimbarcati (con me si era imbarcata anche una zanzara che mi ha massacrato le gambe!!!!) siamo entrati in un canaletto dove all’andata abbiamo perfezionato la pagaiata, mentre al ritorno abbiamo fatto una gara; grazie alla gara ci hanno divisi in tre gruppi: quello dei bravi, dei medi e quello di quelli un po’ meno bravi (io ero in quello dei bravi); il mio gruppo ha proseguito  un pezzo contro corrente per arrivare ad una chiusa (poco aperta e solo da un lato) e lì ci hanno spiegato come si fa l’entrata in corrente e l’entrata in morta; dopo un po’ di pratica restando in morta, ci hanno fatto provare in corrente (non sono andato a bagno ma altri si), dopo ci hanno insegnato il traghetto (passare da una sponda all’altro con la punta verso monte). Dopo ci hanno fatto fare una gara a squadre dove abbiamo dovuto entrare in corrente, entrare in morta, passare dietro ad un istruttore, rasentare una pianta di fichi [gli istruttori avevano scherzato sfidandoci: se qualcuno avesse preso un fico avrebbe avuto punti extra (io l’ho fatto e grazie a questa cosa abbiamo pareggiato!!!!)] e toccare la canoa del nostro compagno. Abbiamo fatto un’ultima altra gara per ritornare al punto di sbarco e, dopo un bagno nell’acqua alta (ci voleva proprio!), siamo ritornati allo sbarco verso le sei e finalmente un momento di ristoro insieme. (io, personalmente, mi sono divertito un sacco questo primo giorno, ma non sapevo cosa mi aspettasse nei giorni successivi!!!!).

Il secondo giorno ci siamo ritrovati in sede verso le dieci e mezza e ci siamo imbarcati al campo di slalom (davanti la sede del KTT); dopo gli esercizi di riscaldamento (entrata in corrente, entrata in morta, torsioni e pance), abbiamo incontrato dei ponti e, poi, una rapida con l’onda che ci ha permesso di passare al centro (e non a destra). Dopo la rapida abbiamo trovato una corrente forte e siamo entrati in una morta da dove abbiamo fatto un esercizio con l’entrata in corrente e l’entrata in morta; poi siamo scesi ancora un po’, per fermarci in un’altra morta, risalire un tratto di Ticino e andare a imboccare un altro ramo più calmo del Ticino.

In questo fiume abbiamo continuato calmi e trasportati dalla corrente fino ad una diga, dove abbiamo dovuto fare uno sbarco (quando sono rientrato in canoa mi sono messo male la maglietta e il poggia schiena: mi è venuta una fiacca sul fianco destro). Ci siamo ritrovati in una morta gigante, dove abbiamo fatto esercizi di entrata in corrente ed entrata in morta con una corrente piuttosto forte; abbiamo avanzato sino ad un’altra morta nella confluenza con il Ticino, dove abbiamo proseguito gli esercizi con una corrente molto forte. Siamo sbarcati verso le due sotto un ponte molto grande che unisce Turbigo a Galliate (ci siamo ritrovati in una spiaggia all’ora di pranzo, con moltissima gente che grigliava; il profumo di griglia era molto invitante … e noi non avevamo mangiato). Abbiamo messo le canoe nel camion e le sacche nel furgone e poi, come il giorno prima, un bel ristoro: bere qualcosa tutti insieme (anche se sinceramente pensavo che ci fosse anche da mangiare!!!!). Siamo ritornati in sede con le macchine che avevano lasciato lì gli istruttori prima del nostro arrivo in sede. (quest’altro giorno mi è piaciuto molto perché ho fatto la mia prima gita in kayak, ho fatto la mia prima rapida e non sono andato a bagno!!!!).

Il terzo giorno ci siamo ritrovati in sede verso le due, ci siamo preparati per l’imbarco svizzero (praticamente un “salto” in acqua da un muretto di almeno due metri… ma già in canoa!!) e… via! (io non mi sono ribaltato, ma non era facile!). 

Imbarco svizzero di Jessica

In acqua, abbiamo fatto lo stesso tratto iniziale del secondo giorno, ma nella rapida siamo dovuti passare a destra e poi abbiamo proseguito in direzione Ticino.

All’imboccatura del Ticino abbiamo trovato una rapida che abbiamo dovuto passare di nuovo sulla destra, poi abbiamo proseguito trascinati dalla corrente fino alla prima morta che abbiamo trovato e li ci siamo esercitati con l’entrata in corrente e l’entrata in morta. Ci siamo spinti poi in una parte del Ticino che devia in un ramo secondario, che abbiamo imboccato proprio nel punto in cui abbiamo trovato una rapida d’ingresso e delle onde prima di una morta dove ci siamo fermati; dopo aver fatto un po’ di esercizi siamo scesi verso la stessa morta della domenica prima, che ci ha condotti verso lo stesso sbarco della domenica prima. Siamo sbarcati verso le sei (stavolta non c’era tanta gente che grigliava, però uno sì un po’ fuori orario… però c’era e a me veniva sempre fame a sentire quel profumino).

Quella sera, gli istruttori hanno organizzato anche una cena in pizzeria (che si chiama “benvenuti al sud”), per chi voleva. Io e papà ci siamo fermati e, prima che andassimo al ristorante abbiamo giocato a calcetto balilla. (questo è stato il secondo giorno che mi è piaciuto di più per il kayak perché il tratto che abbiamo percorso è stato molto bello e anche per le rapide).

L’ultimo giorno, cioè il quarto, ci siamo ritrovati in sede alle nove e mezza, siamo saliti con poche macchine fino a Oleggio e ci siamo imbarcati in una spiaggetta fangosa proprio sotto il Ponte.

Risaliti un pezzo per fare qualche esercizio, siamo poi scesi per un bel pezzo con qualche fermata in morta (sia per esercitarci che per riposarci); ad un certo punto ci siamo fermati in una morta ma un po’ viva, dove molti sono andati a bagno (io no!!); la morta era troppo piccola per tutti e quindi un gruppetto si è sganciato scendendo un po’… dove però venivano raccattate le persone che non riuscivano a rientrare nella prima morta più viva o che erano andati a bagno. Dopo essere partiti tutti, abbiamo trovato un’altra morta, dove era entrato già un istruttore e poi un secondo istruttore, quindi l’ho seguito, ma con un bel po’ di difficoltà: la morta risucchiava il kayak ma appena sulla linea tra la morta e la corrente e io sono riuscito ad entrare perché pagaiando sono riuscito a contrastare il risucchio della corrente; l’istruttore che era entrato subito prima di me ha detto agli altri di non entrare, ma papà ormai era già dentro (e lui ha mollato la pagaia e ha tirato su il fianco con le mani ed era a tanto così dal ribaltarsi). 

Dopo un altro po’ di tempo passato trasportati dalla corrente, siamo entrati in una morta all’inizio piccolissima ma poi, dopo uno stretto e basso canale si è aperta una distesa di acqua cristallina con fondo di sabbia; gli istruttori chiamavano quel posto le “Maldive”. Dopo essere usciti da quella spiaggia, abbiamo continuato per un bel po’ di tempo senza incontrare rapide né onde, perché quelle che c’erano erano state trasportate via dalla corrente durante la notte … e ad un certo punto è spuntata fuori una palla e abbiamo cominciato a giocare divisi in due squadre: ciascuna squadra doveva portare la palla dal lato opposto del fiume; dopo un po’, cercando di prendere la palla mi sono inclinato troppo e sono andato a bagno (ebbene sì, anche io sono andato a bagno); la canoa me l’hanno svuotata due istruttori e sono risalito … ma direttamente dall’acqua.

Risalita in canoa dall’acqua

Poi siamo arrivati nella solita morta in mezzo al canale e al Ticino e siamo sbarcati alla casa delle barche per poi reimbarcarci con l’imbarco svizzero subito dopo la rapida [nell’imbarco svizzero un istruttore si è incastrato in un tronco, per liberarsi ha dovuto scivolare di lato al tronco (secondo me avrebbe dovuto controllare prima di farsi spingere)] per affrontare l’ultimo tratto in risalita; chi non voleva, poteva risalire a piedi (secondo me era più faticoso che risalire in kayak che comunque non era una passeggiata). 

Bat incastrato

Dopo essere arrivati in sede ed essere sbarcati, mi sono fatto una bella doccia in sede e abbiamo fatto una bella grigliata tutti insieme. (questo giorno è, per me, il primo classificato perché mi sono divertito molto e, in tutta sincerità, il bagno è stato molto divertente!!!!).  

Alla fine, il corso di kayak è stato davvero bello, anche per il grande gruppo di istruttori che mi hanno fatto divertire davvero moltissimo. Non vedo l’ora di ritornare con tutti loro in kayak!

Edoardo


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