corso giugno 2010

Scritto da Viola

Corso di inizio estate: ovvero… noi ci divertiamo sempre!

Chi ha sempre pensato (e tra questi c’ero pure io) che d’estate la “palude” (come noi usiamo simpaticamente chiamare la nostra zona di pianura) non avesse nulla da offrire, ebbene, si è sbagliato. E di grosso anche!

Sfido chiunque a trovare un Ticino piacevole come quello che abbiamo navigato il primo weekend di Luglio! Oddio, forse ho esagerato, di fiumi carini, è vero, ce ne sono altri in Italia, ma non credo di esagerare dicendo che probabilmente non molti avrebbero saputo godersela tanto quanto abbiam fatto noi quei giorni!

Ma ora… bando alle ciance e tutti in acqua sabato pomeriggio inbarcandosi oltre il correntone, all’inizio del Regresso, subito qualche ripasso dei fondamentali e via!

Ecco così che l’allegra famigliola di paperelle cucciole (i corsisti) coi loro inseparabili, premurosi e onnipresenti genitori paperi (gli istruttori) si allontanano man mano nell’acqua calma e verde del canale.

Ben presto però il ritmo della discesa si anima vorticosamente appena si trasbordano le chiuse, oltre le quali c’è l’UNICUM ET SEMPER dai più agognatissimo imbarco “svizzero” (sarà pure agognato, ma non da me!). Ecco il momento topico degli estremi che si lanciano irrefrenabilmente dal muretto dando vita ad ogni forma di fantasia motoria tra le più variegate per corredare le fasi di quel piccolo “volo” per planare nell’acqua mossa di qualche metro più sotto.

Immediatamente però scatta il pronto intervento di recupero di una Demon rosa (solo la canoa, eh!) che viene richiamata verso le chiuse e trattenuta lì dalle frullate dell’acqua. Marcello agisce dall’acqua, in canoa, avvicinandosi alla Demon, Roby invece si cala prontamente dall’alto con l’aiuto di una corda, la barca viene moschettonata all’istante e trascinata a valle dalle potenti pagaiate di Marcello, mentre Roby imbragato si tuffa tra i vortici fiducioso di Davide che dalla riva tira la corda sfilandolo da lì sotto! Niente paura! Il salvataggio era stato brillantemente concluso!

La discesa continua in una fioritura di esercizi multiformi, pagaiate avanti e indietro, circolari in ogni senso, appoggi di varia natura, agganci, traghetti e… tanti altri!

Affluiamo nel Ticino e subito giù per la rapida (oh, sul Ticino abbiamo anche quelle!) della “diga di sassi”, oltre la quale il fiume si spiana regalandoci un ottimo – per il periodo- livello di acqua piacevolmente fresca e trasparente. Ci godiamo le ultime pagaiate in tutta tranquillità prima di arrivare allo sbarco del ponte di ferro, dove ci rotoliamo felicemente in acqua come ippopotami spensierati che si lasciano galleggiare amenamente in segno di festa per la bella discesa appena conclusa e nell’attesa di rivedere il fiume il giorno successivo.

E l’indomani arriva! Più veloce che mai, soprattutto se la notte la passi come qualcuno di noi ben si ricorderà – hi hi hi – non servono altri commenti, bastava guardarci in faccia! Intanto, come in un formicaio, ribollivano i preparativi… e chi va a fare il recupero, chi si sistema la barca, chi prepara il materiale, chi si cambia… insomma un infernale andirivieni in cui era necessario inserirsi … e senza che me ne accorgessi mi son ritrovata in acqua insieme alle altre variopinte canoe per risalire lungo la sponda.

Trasbordato il correntone, eccoci all’obbligato imbarco svizzero, e ci è toccato proprio, ma questo per fortuna è meno “svizzero” degli altri, via, diciamo pure così! Solo un piccolo scivolo a 45° che ti conduce dolcemente in acqua, e PUF! “hai visto che ce l’hai fatta?” mi han chiesto appena riemersa in superficie rimbalzata dall’acqua… insomma, avevano ragione loro!

Eravamo tanti quella mattina, e si respirava un’aria come di festa, un clima particolarmente positivo, ma senza nulla sapere mi lasciavo andare beata dalla corrente che mi trasportava giù, sguazzando un po’ tra un gruppetto e l’altro stando solo ben attenta a schivare puntualmente i momenti di esercizio che si richiedevano durante la discesa, cercando cioè – come se mai ce ne fosse bisogno… (!!!) – tutte le chicken-line tra i primi gradi e l’acqua piatta!

Il percorso era il medesimo del giorno prima e sembravamo tutti un po’ più baldanzosi, con la convinzione che se ce l’avevamo fatta il giorno prima, ecco, insomma, potevamo farcela anche oggi! Infatti così è stato! Riconosciamo il luogo dello sbarco, soprattutto dal rumore delle orde di turisti che si erano nel frattempo spalmati lungo quella povera unica lingua di sabbiolina sotto il ponte, tutti in cerca di refrigerio, per il caldo cocente delle ore due di uno SLPENDIDO meriggio di Luglio.

Stranamente il caldo non sembrava aver rallentato il ritmo delle operazioni di sbarco della nostra allegra comitiva, anzi ero colpita dall’insolito fervore nel divincolarsi tra i bagnanti per organizzare il rientro in base. Solo allora appresi, come in gran segreto, che ci aspettava tutti una succulenta grigliata, ma non una grigliata QUALSIASI, bensì un’edizione speciale dei nostri ormai collaudati barbecue ospiti in un luogo d’eccezionale prestigio, il dehors di casa Pisoni. “Sì, sì, Dimitri ci ha invitati a casa sua, c’ha anche la piscina…” correvano voci. Piscina? PISCINA??? Come dei pellegrini in un deserto, ci stavamo chiedendo se questo non fosse un miraggio. Troppo bello per essere vero, troppo incredibile per crederci davvero. Ma a volte la vita riserva dei regali inaspettati, e l’unica cosa che serve è avere il coraggio di andare a scartarne il pacco…

Non voglio aggiungere altro perché qualsiasi commento sarebbe inutile, scontato e superfluo, vi lascio chiedendovi solo di dare uno sguardo alle immagini qui riportate, perchè loro sapranno, più di qualsiasi altra purchè bella descrizione, raccontarvi quel pomeriggio di festa quanto piacevole è stato per noi!

E anche all’avvicinarsi del tramonto, nessuno avrebbe voluto accomiatarsi da quella giornata così bella, indugiando in piscina e sguazzando ancora un po’, proprio come fanno i bambini in acqua quando diventa sera e i genitori li chiamano, ma loro fanno finta di non sentire proseguendo allegramente come in un gioco che non vorrebbero mai finito…

Viola

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