Elena Croft & C. – by sPaM
Questo week end ho capito che c’è da temere le nuove leve.
Si si! Infatti dovreste vedere cosa non ha combinato Lara Croft… ehem pardòn Elena Luciotti.
Con quel visetto angelico e i biondi capelli al vento, inganna.
La dovreste vedere piuttosto quando indossa il suo sgargiante caschetto sweet color Incredibile Hulk, impugna la sua spada laser bianca e si butta giù all’inseguimento del Davide (il quale a sua volta si butta giù all’inseguimento di suo padre Paolo, il quale è ciecamente guidato da una forza superiore che noi comuni canoisti non percepiamo ancora).
Elena Croft si spara prima in scioltezza un sesia a 110 per sgranchirsi gli avambracci, poi si butta giù dal Mastallone come una furia. E dire come una furia non rende la paura che si è letta negli occhi dei suoi compagni di discesa, quando -evidentemente colta da raptus famelico (N.d.A.: nutrila cazzo Davide!): ha tentato di sollevare una roccia grossa come una botte, dapprima con le sue proprie mani e poi, constatatane l’impossibilità, con la pagaia come leva.
Naturalmente la roccia in questione era in mezzo al fiume.
Credo fosse alla ricerca di gamberetti d’acqua dolce.
Fatto sta che non trovandoli e assolutamente intenzionata a ficcare qualcosa sotto i denti, ha deciso di dare libero sfogo alla sua mandibola: laddove non arrivano le mani, le ganasce dentose faranno il resto. Così a testa prima nuotando come uno squalo a bocca semi-aperta, sguardo assassino, è scesa giù a testa prima a pesca di trote.
Mamma ragazzi che paura. Ho ancora negli occhi quello sguardo assetato di sangue. No guardate datemi retta: tenetevela amica quella lì che se no son tutti cavolacci vostri.
Come ogni super eroe che si rispetti, uscita dalla canoa torna ragazzina dolce e serafica. E nessun dubiterebbe della iena che si nasconde sotto quel caschetto. Quando pagaia un tratto difficile ha i denti serrati, gli occhi dritti sull’obbiettivo e un ghigno malefico tra le guancette rosa (cosa che per altro stona moltissimo. Ve la vedete che ne so? Heidi con una fascia rossa in testa e un coltello fra i denti a fare rambo nella jungla??? Ovvio che no!).
Amici io vi dico solo una cosa: non vorrei essere quella rapida per nulla al mondo.
Dopo questa premessa volevo anche ringraziare Paolo e Davide per l’ospitalità e la gentilezza. Praticamente ci hanno imprestato canoa, giacca d’acqua, supportato nei recuperi, nutriti e dissetati al baretto del Monrosa (dove per altro vecchi e nuovi argentini si incontrano come se niente fosse), nonché accompagnato giù per discese memorabili. E senz’altro quella del Sermenza è stata memorabile.
Le cose sono andate più o meno così: io e Texi in perfetto stile svizzero ci ritroviamo alle 9,30 pronti a marciare sul piazzale per trovare qualcuno che ci porti a fare l’Alpin con i nostri due sfavillanti lingotti d’oro (gialle 88!).
E quel sant’uomo-luce-dei mie occhi-ossigeno delle mie branche di SuperG ci porta all’imbarco!
La cosa sorprendente è che il sole brillava (anche dalla riva!)!! Non una nuvoletta a offuscare la nostra discesa. Nessuno di noi si ricordava una cippa delle linee, ma le nostre 88 hanno un fiuto eccezionale e ci portano in un amen a destinazione. A questo punto ci aspetta la seconda parte della giornata: discesa Sesione con SuperG.
Mentre organizziamo i recuperi (cambiando 100 volte programmi con la Nico che arrivava da Milano che mi immagino bestemmiare in auto contro noi pusillanimi), un breve pit stop al monrosa ci fa cambiare ancora programmi:
-Un sermenzino al volo?
-ma abbiamo appuntamento con la nico!
-si ma in 20 minuti ce la caviamo.
Le ultime parole famose.
Non avevamo calcolato livellone grasso grasso che ci obbliga a far sicura a ogni passaggio (escluso l’ingresso alle gole). Non conosco il Dega ma mi inchino a un paio di super eschimi regalati in passaggi cruciali! Si vede che è servito l’allenamento in piscina!
Tex invece… galoppa sulla sua 88 e pennella ogni rapida…di giallo!!!!!! Ah no?
Raggianti arriviamo alla confluenza dove ci aspettano il mio tesoro santo adorato, Nico e la Ele. Ah per altro ve lo dico subito: la Nico quest’anno ha un cane nuovo e vita nuova. Lei dice sia la canoa, fatto sta che se Elena Croft non sta attenta, La Nico finisce che le usurpa il trono di canoista regina della Val Sesia
(Scusate ora mi interrompo perché ho avuto un lampo di demenza: mi immagino Nico e Ele in vesti di veline a contendersi una pagaia!!!!!!!!!!!)
Riprendo solo per ringraziare quel sant’uomo che mi sopporta al suo fianco. Lui aveva chiuso con la canoa. Ce l’aveva fatta a liberarsene a favore di cento altri sport. E invece si becca una drogata come me che lo trascina su fiumi in piena, con pagaie di scorta riassemblate, canoe recuperate, gli ficca la mia giacca e il mio paraspruzzi (la combinazione dei quali ha rischiato di farlo morire soffocato, altro che buchi e buchi tsè!) e lo butta giù con una manciata di altri psicopatici da Sesia e affluenti!!
Sono davvero una brutta persona.
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