Primo assaggio di Sesia e primi bagni

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Domenica c’è stata la tappa del promokayak sul Sesia ed io naturalmente non mi sono lasciato scappare l’occasione di provare il Sesia, praticamente per la prima volta. Il weekend in Valsesia è iniziato già il pomeriggio del sabato, quando da Biella saliamo al Monrosa per trovare Tex che mi lascia la sua Burn rattoppata e altro materiale. Troviamo il Nonno al ritorno dalle gole del Sermenza, fatte a piedi con la canoa in spalla a causa del livello troppo alto, e Marcello a cui chiediamo informazioni sulla discesa del giorno dopo. Si parla di fare il tratto che parte da sotto la rapida dell’ubriaco. Ci fidiamo… Christian è felicissimo (per lui sarebbe andato bene anche lo Zambesi, tanto “cosa vuoi che sia, farà tutto la corrente, ti porta dritto in fondo e non ti può succedere nulla” …questa è la frase che ripete sempre quando vediamo un qualsiasi tratto che a me sembra impossibile), io pure… ma faccio notare che un bagnone brutto con l’idrometro a 1.10/1.15 potrebbe essere traumatico per chi è agli inizi…. Ci accordiamo per trovarci alle 10 del mattino seguente al Monrosa e torniamo nel Biellese con la canoa di Tex che nel frattempo è diventata mia 🙂

La serata la passo smontando e rimontando il puntapiedi,  con un bel po’ di emozione per quello che mi aspettava il giorno dopo, birretta…. e alla fine dormo davvero poco. Al mattino arriviamo al Monrosa alle 10, decisamente assonnati,. facciamo colazione con un caffè, chiacchieriamo con Gianluca e Bat su cosa hanno intenzione di farci fare con questo livello d’acqua e si decide per Varallo-Doccio. Affittiamo canoe e attrezzatura al Monrosa, ci danno le Zulu, ci vestiamo e si scende verso l’imbarco. Nel frattempo arriva Marcello che non sprizzava affatto gioia per fare quel tratto, ma fortunatamente si convince che è meglio così per l’incolumità di noi altri 🙂 Bat in auto mi racconta qualche esperienza di bagno e la sensazione di curiosità mista ad adrenalina inizia a salire….

Arrivati, ci infiliamo in canoa insieme a tutti gli altri partecipanti al promokayak (tantissimi, ad occhio mi sembravano una 30ina come minimo). Ancora assonnato e con un caldo infernale addosso, entriamo in acqua e Bat ci accenna un ripassino. Sono un po’ teso ed incuriosito, mi chiedo cosa troverò in quel tratto, quanto è fredda l’acqua, penso che ho una sete incredibile, ecc.. Non fa praticamente in tempo a dire “pagaiata circolare” che ho già preso la corrente quasi senza pagaiare, resto imbambolato sento una leggera ondina che mi solleva, poi un’altra, poi una un po’ più grossa sul fianco destro della canoa… mi rendo conto che in mezzo a questo sballottamento mi devo muovere e d’istinto provo una specie di appoggio dalla parte sbagliata 🙂 col risultato che mi sveglio di botto dal mio torpore mattutino ma sono catapultato in un mondo tutto nuovo: acqua azzurrissima coi riflessi verdi, qualche sasso che vedo sfilare li vicino… era bello! Peccato che ero a testa in giù e in quella frazione di secondo non mi ricordavo nemmeno cosa fosse un corso di eskimo. In pratica ho esordito col bagno! Mi attacco alla 88 gialla di Marco che mi porta vicino alle rocce e mi accorgo che ci sono anche altri bagnanti tra cui Christian. Tiro un sospiro di sollievo, non potevo andare a bagno prima io… in contemporanea posso accettarlo, ma per primo mai! Mi arrampico sulle rocce e raggiungo la mia canoa poco distante. mentre risistemo il paraspruzzi Battista mi dice che tutto ciò che devo fare è pagaiare dritto e forte per restare in equilibrio, così riprendiamo la corrente tutti insieme e si riparte.

Un po’ di preoccupazione alla vista della rapida successiva, ma seguo il consiglio e tutto, fortunatamente va liscio. Poi arriviamo in vista di alcune onde decisamente più alte delle precedenti, Battista mi dice di pagaiare molto forte e di affondare la pala in ogni onda che mi si para davanti… allora premo le ginocchia in alto, mi spingo in avanti come se stessi facendo addominali, dò un’occhiata dietro e vedo Gianluca con la GoPro sul casco e Christian, entrambi poco dietro di me, affondo la pagaia in punta quando sto per entrare nell’onda, e a quel punto mi sento come se stessi perdendo la gravità, salgo in cima (che poi probabilmente non era nemmeno così grande, ma a livello dell’acqua e a distanza ravvicinata sembrava enorme) e in quel momento mi anche venuto da da sorridere, nonostante la tensione del momento, per la sensazione cha stavo provando. Uno sguardo veloce a cosa c’era sotto l’onda per rendermi conto che stavo per finire in mezzo ad un sacco di schiuma bianca e la frazione di secondo successiva non vedo più nulla….ma mi sento di nuovo risalire e sono sull’onda successiva! Un treno di onde fantastico in cui non ho mai smesso di pagaiare più forte che potevo.

La discesa prosegue tra altre rapide simili, Marco che mi insegna qualche segnale in fiume, Bat e Gianluca che mi danno indicazioni su come prendere le morte dietro ai massi che affiorano e come impostare i traghetti per rientrare in corrente (ogni tanto la punta mi scappava e dovevo riprendere…) ,un altro tratto di corrente in cui si crea una sorta di boater per l’ingorgo, un trasbordo di un artificiale, un altro treno di onde simile a quello descritto prima che mi è costato un altro bagno sull’ultima ondina che avevo bellamente ignorato. Stavolta mi è venuto in mente di essere andato in piscina a Trecate durante l’inverno: mi metto in posizione, ma poi cambio idea, stacco la mano destra dalla pagaia e stappo senza nemmeno provare a tirarlo 🙁 Eppure non c’era nemmeno il cloro su per il naso a darmi fastidio…. vedo anche Silvia e Christian di nuovo a bagno. Bat mi ricorda la regola numero uno: “pagaia duro”. Riprendo la corrente e vedo le canoe di Marco, Marcello, Hugo e Silvia molto avanti rispetto a noi, pagaio duro come mi ha detto Bat e mi ritrovo in prossimità di altre onde…. mi guardo indietro e gli altri non ci sono più!

Mi aveva detto di pagaiare duro, ma non mi aveva detto di fermarmi prima della foce! [Cit. Bat]… ma oramai sono li da solo, pagaio ancora più duro e passo indenne fino a dove ci sono gli altri che stanno sbarcando. Esco dalla canoa e inizio a salire per il sentiero con la Zulu in spalla, quando vedo passare Bat, Gianluca e Christian che proseguono fino a dopo il ponte. Li aspetto su e torniamo al Monrosa affamati. Gli altri ripartono subito per fare un altro tratto e noi neofiti siamo belli soddisfatti , nonostante Marco mi fa sapere di una strana usanza per cui il bagnante deve bere la birra dalla scarpa di chi lo ha tratto in salvo….. Totale bagni  KTT che ho censito: 2 io, 2 Silvia, 3 Christian e uno solo Giulia…la più piccola, ma che ha sicuramente il DNA da vera canoista 🙂

Esperienza positiva, bagni compresi…solo un po’ di freddo ai piedi, una tibiata e qualche sfregamento sulle rocce. Ora diventa obbligatorio fare il corso a Turbigo tra 15gg, dopo essermi procurato tutta l’attrezzatura e dopo aver fatto il corso di eskimo (faccio le cose al contrario io…)! Così potrò sperimentare più avanti quello di cui mi parlava il Nonno a fine giornata: la prima botta in testa! A proposito, qualcuno sa di caschi con mentoniera removibile?

 

 

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