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InSICUREZZA by sPaM

Vi è mai successo di sentirvi insicuri in fiume? Forse no perché normalmente il livello di godimento acquatico è tale da sopprimere qualsiasi timore. E poi quasi sempre ci fidiamo ciecamente dei nostri compagni di discesa e pensiamo che se mai dovesse succederci qualcosa, beh loro ci tireranno fuori senza esitazione.

Ma vi siete mai fatti la domanda inversa? Sono certamente in grado di tirar fuori da eventuali guai i miei compagni di discesa?

….

Puntini di sospensione. Fate pure una veloce autoanalisi.

  • I più ottimisti penseranno: – Ma certo! Lo recupero dalla canoa o se proprio finisce in un buco gli tiro una corda!
  • I più pessimisti andranno dal parroco più vicino e chiederanno di confessarsi:- Padre ho peccato!

Comunque ci sono due buone notizie:

  1. Mediamente tutti abbiamo qualche infarinatura di salvamento fluviale (non c’è miglior maestro dell’esperienza)
  2. Non è assolutamente troppo tardi per migliorare (per non dire…rimediare).

LONGONI DOCET

Molti di noi hanno la fortuna di ben conoscere e anche pagaiare di frequente con i Longoni. E adesso ditemi se conoscete molte altre persone così disponibili, appassionate e decise a trasmettervi quello che hanno imparato sulla sicurezza non solo dai corsi obbligatori severissimi cui le guide rafting sono sottoposte, ma soprattutto dal numero di ore innominabili che hanno trascorso in fiume.

Martedì in occasione del ponte del 2 giugno, Davide e Paolo (con il prezioso supporto di Elena) hanno condiviso una parte delle loro conoscenze in materia di sicurezza con un nutrito gruppo di canoisti d’ogni età e livello. C’erano rappresentanti storici della canoa italiana (Anselmo the President) e giovani corsisti da poco approdati al magico mondo della pagaia.

Alle 9 in punto ritrovo, iscrizione e pronti via: 2 ore di teoria così fitta che veramente a stento siam stati appresso alle lancette dell’orologio. Siamo partiti dalle considerazioni sui materiali e l’equipaggiamento di base, per poi passare a considerazioni su azioni salvavita in caso di recupero natanti (dal massaggio cardiaco alla lussazione della spalla). L’aspetto più interessante era -lo ripeto- il contributo esperienziale e ragionato delle varie nozioni. Non quindi il classico atteggiamento da manuale di primo soccorso: FOI FARE COSI’, YA! Ma una serie di riflessioni che hanno portato alle attuali impostazioni sulla sicurezza fluviale, partendo dall’evoluzione delle tecniche negli anni che lasciano presagire qualche cambiamento anche in futuro e quindi l’assenza di diktat assoluti.

DAMMI CORDA!

Diktat magari no ma certamente esistono una serie di norme di buon senso per evitare di mettersi nei casini (o mettere nei casini qualcuno) e di peggiorare le cose. Abbiamo speso quindi tempo su quella che veramente è la miglior amica di ogni canoista: la corda. Dopo le esercitazioni a secco (relativamente facili) abbiamo tutti avuto modo di capire la differenza tra tirare una corda a secco e una in corrente a un natante di cui vedete appena spuntare il casco. Tutti senza eccezione abbiamo miseramente ciccato almeno un paio (!) di lanci. Forse la rilassatezza di poter contare su altre 12 corde pronte a essere sparate in sequenza fino a centrare il bersaglio, ci ha resi cecchini scadenti. Ma non posso non sorridere (e rabbrividire!) ripensando al fatto che nonostante fossimo lì per esercitarsi sulla sicurezza… beh quasi sempre eravamo completamente IMPREPARATI a qualsiasi variante dell’esercizio in programma.

Faccio un esempio.

A un certo punto nel bel mezzo di un esercizio che comprendeva 3 attori in campo, Elena scende a nuoto la rapida gridando:

-AIUTOOOO!!

Questa cosa non era in programma. Non rientrava negli schemi di nessun esercizio fatto.

E si che Elena è una bella ragazza, ma voi pensate che le sia arrivata una corda?? Manco una! Tutti a guardarla saettare in mezzo alla corrente sorridenti!

–Ciao Ele!!

-Ele Ele guarda qua che ti faccio una foto!
-Toh! Elena nuota!

-Bella lì Ele!

Queste le nostre reazioni medie (la mia facilmente riconoscibile per chi mi conosce!!). Ma ripensandoci è drammatico! Presupponendo che per un buon 50% delle rapide impegnative organizziamo una sicura, beh c’è almeno un altro 50% di casi in cui non ci aspettiamo assolutamente che un nostro compagno vada a bagno! E questa è la prontezza che dimostriamo?

Lezione imparata. Guardare di meno e agire di più.

NUOTARE CON STILE

Sebbene tutti noi abbiamo l’ambizione di rimanere un tuttuno con la nostra fedele canoa, ci capiterà per tutta la carriera di canoisti di fare qualche bagno. E’ parte integrante delle attività che tanto amiamo. Tutti noi passiamo molte ore a esercitarci in agganci, traghetti, entrate in corrente, buff, salti, ecc. ecc. Eppure MAI che ci esercitiamo a nuotare in fiume. Al corso abbiamo fatto diverse esercitazioni di nuoto in corrente e oggi il mio nuovo mantra è:-L’acqua è mia amica. Devo frequentarla di più!

IL NODO DELLA QUESTIONE

D’ora in avanti ripensando la mia amata 88, mi immaginerò sequenze di nodi a 8. Il nodo a 8 è quello da utilizzare in caso di imbrago per ripescare qualcuno dall’acqua. Diciamo che nella classifica dei nostri migliori amici sta tra il salvagente e la corda. Dobbiamo saperlo fare senza guardare, senza contare, senza dubbi e soprattutto SOTTO PRESSIONE. Perché quando ci imbraghiamo in emergenza vuol dire che abbiamo una manciata di secondi per tirar fuori qualcuno da una situazione di pericolo.

SBAGLIANDO SI IMPARA

Ora cito con ironia (ma con l’intento di rifletterci su) alcuni degli errori più ‘buffi’ accaduti:

  • una persona sta imbragando il compagno ma non l’ha ancora agganciato. Questi –vedendo l’uomo a bagno saettargli di fronte in corrente… si tuffa senza avere ancora la corda attaccata.
  • Lanciatore di corda lancia tutto il sacco della corda.
  • Lanciatore di corda centra il bersaglio! L’uomo soccorso afferra la corda, il soccorritore non regge l’urto e finisce in acqua dietro la corda.
  • Tanti lanci a monte del nuotatore (ah se solo se fossimo trote iridate e potessimo nuotare controcorrente!)

Non proseguo ma ci son state diverse scene degne di una candid camera! Leggo positivamente i nostri strafalcioni perché abbiamo tutti abbassato la cresta e ci siamo messi in discussione. Penso che nel futuro ci vedrete molto più spesso fare esercitazioni a bordo fiume!

RIMANDATI A SETTEMBRE

Siccome una giornata certamente non esaurisce tutto lo scibile in questa tanto delicata materia, spero che saremo tutti RIMANDATI A SETTEMBRE per un altro corso!

Consiglio a TUTTI di partecipare. C’è tanto da imparare, ripassare o ricordare.

Ringrazio di cuore gli instancabili Paolo e Davide che non ci hanno mai fatto abbassare la guardia, mai dato tregua e senza sosta ci hanno spronati in tecniche ed esercitazioni differenti.

sPaM

Austria 8-2004 066

 

ps la foto è stata fatta in austria nel 2004

http://win.kayakteamturbigo.it/Marcello/Austria2004.htm

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3 commenti

Fred · 4 Giugno 2015 alle 15:18

bellissime considerazioni. Ciao

Davide · 4 Giugno 2015 alle 21:06

Pamina non eccelle solo in canoa…. sa anche scrivere!!!

Giorgio (JC) · 5 Giugno 2015 alle 09:56

La frase del giorno: “L’acqua è mia amica. Devo frequentarla di più!” … ultimamente devo dire che è tale abitudine ha preso il sopravvento, quindi a parte l’esperienza pregressa sono sicuramente a buon punto! ;-D

Grande Pam.

Giorgio (JC)

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